Centrale e appassionato è stato l’impegno di Donata Devoti nella realizzazione di mostre o allestimenti museali. In particolare per lunghi anni ha avuto l’incarico della curatela del Gabinetto Disegni e Stampe dell’allora Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Pisa, seguendo in prima persona l’allestimento delle varie iniziative espositive – dalla grafica espressionista di Trude Waehner (1975) alle fotografie di Paul Strand (1977) ai vasi precolombiani della collezione dell’Istituto di anatomia dell’Università (1983) – anche se solo nel catalogo di quest’ultima emerge il suo nome come autrice di un saggio introduttivo, altrimenti mai menzionato nei crediti, che oggi sarebbero obbligatoria norma in ogni pubblicazione di questo tipo.
Se le carte relative a tale attività si conservano solo in parte qui, essendo per il resto confluite nel patrimonio documentario del Gabinetto Disegni e Stampe consultabile nell’attuale Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi, questo archivio personale restituisce invece la testimonianza di un ampio e continuo rapporto con studiosi ed enti, finalizzato alla realizzazione di mostre o allestimenti museali soprattutto nell’ambito dei materiali tessili e orafi, come nel caso del Museo Diocesano di Trento o del Museo Nazionale di Palazzo Mansi a Lucca. Un impegno che anche in questo caso solo in parte emerge nelle pubblicazioni a stampa: oltre a carteggi concernenti eventi noti come la Mostra del costume e sete lucchesi, tenutasi a Lucca 1967, quella sui tesori dalle chiese di Cortona realizzata nel 1987 o su vasi sacri e vesti liturgiche del territorio di Levanto allestita nel 1993, veniamo così a sapere ad esempio che sua fu la selezione dei tessili per la mostra L’arte a Parma dai Farnese ai Borbone curata nel 1979 da Lucia Fornari Schianchi e che a lungo fu coinvolta nella elaborazione di una mostra dedicata all’arte tessile in Sicilia realizzata nel 2002 a Messina da Caterina Ciolino. E tra i progetti purtroppo non realizzati spicca il catalogo delle collezioni tessili conservate nel Castello Sforzesco di Milano, prospettatole nel 1978 da Clelia Alberici – allora direttrice delle Civiche Raccolte d’Arte Applicata – nell’ambito della collana editoriale “Musei e gallerie di Milano”: un patrimonio enorme, rimasto ancora oggi privo di una trattazione organica.